Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo – chiamato anche, per brevità, con la sigla “DOC” – si caratterizza per la presenza di pensieri, immagini o impulsi che affiorano alla mente in modo intrusivo e persistente, che vengono denominati ossessioni.
Le ossessioni sono percepite da chi le sperimenta come estremamente fastidiose e causano ansia o disagio marcati. Generalmente, quando non sono assalite dall'ansia, le persone con DOC giudicano le proprie ossessioni come eccessive o insensate, ma ciò non impedisce loro di provare emozioni negative intense quando queste si affacciano alla loro mente. Molte persone con DOC, per placare l'ansia derivata dalle ossessioni, mettono in atto dei comportamenti ripetitivi o delle azioni mentali definite compulsioni o rituali, che possono avere un legame più o meno diretto con l'ossessione corrispondente. Ad esempio, una persona con l'ossessione di aver lasciato aperta la porta di casa, può controllare diverse volte che la porta sia chiusa prima di uscire di casa; una persona con l'ossessione degli incidenti, quando vede un'ambulanza o ne sente il suono può sentirsi in obbligo a pensare ai suoi familiari, immaginandoli in salute, oppure può mettere in atto una compulsione che consiste nel fare alcuni giri su se stessa (senza alcun legame apparente con il pensiero dell'incidente). Le compulsioni “bizzarre” (ovvero apparentemente senza senso) non sono di per se stesse indice di un disturbo più grave: non dimentichiamo, infatti, che chi soffre di DOC si rende conto del fatto che i propri “rituali ossessivi”, ovvero le compulsioni, sono assurde oppure esagerate.
Che cosa distingue le ossessioni dalle preoccupazioni comuni presenti nella nostra vita quotidiana o dai pensieri non ossessivi? La differenza tra ossessioni e pensieri non risiede tanto nel tipo di contenuto, dal momento che, occasionalmente, tutti noi possiamo avere pensieri sgradevoli improvvisi, talvolta anche relativi a fatti improbabili e, in alcuni casi, anche apparentemente senza senso. A molti di noi sarà, ad esempio, capitato di pensare che potesse succedere qualcosa di negativo ad un nostro caro (una malattia, un incidente d'auto) così, all'improvviso, senza motivo apparente; allo stesso modo, molti di noi avranno fuggevolmente pensato di lasciarsi cadere giù mentre si affacciavano da una finestra.
La differenza sta nel processo del pensiero e, in particolare, nel fatto che nel DOC la persona crede – o, meglio, ha il dubbio – in quel momento che quel pensiero sgradevole possa avere una qualche importanza, ovvero possa avverarsi, possa corrispondere ad una reale intenzione (di farsi del male o di far del male ad altri) oppure costituisca la prova che chi lo ha pensato non può essere altro che una “brutta” persona (perversa, cattiva, malintenzionata, anormale, ecc...). Il dubbio mette in scacco: e se fosse vero che...? L'ansia sale e, spesso, mettere in atto un rituale comportamentale o cognitivo (ovvero mentale, come ad es. un pensiero alternativo) aiuta a ridurre il forte disagio, anche se può succedere che la compulsione debba essere ripetuta per un certo numero di volte, tanto da causare un dispendio di tempo significativo, che può interferire con le attività della vita quotidiana o con le relazioni sociali.
Le tipologie più diffuse di ossessioni-compulsioni riguardano le seguenti tematiche:
a) contaminazione: la persona è tormentata dall'idea che lei o suoi familiari possano ammalarsi entrando in contatto con qualche invisibile sostanza o germe, in grado di “contaminarla” attraverso lo “sporco”, sia esso di natura fisica (oggetti, sudore, sapone, sangue, ecc...), sociale (il tossicodipendente, l'anziano, il barbone, ecc...) o metafisica (il Diavolo, il Male, ecc...);
b) controllo: la persona esegue controlli ripetuti e prolungati senza necessità ed impiegando molto tempo, allo scopo di prevenire o porre rimedio a gravi disgrazie o incidenti (controlla la luce, il gas, i rubinetti, la porta di casa, i soldi, la portiera della macchina, un modulo, di non aver perso cose personali, di non aver fatto o detto cose offensive, ecc...);
c) superstizione eccessiva: la persona risulta avere un pensiero superstizioso esasperato per cui compiere o non compiere certi comportamenti (fare gesti, pronunciare parole, contare oggetti, ecc...) diventa per lei determinante nell'influenzare l'esito degli eventi;
d) Ordine e simmetria: la persona non tollera nella maniera più assoluta che gli oggetti siano in disordine o siano posizionati in maniera asimmetrica, dal momento che ciò le procurerebbe una sgradevole sensazione di mancanza di armonia e di logicità;
e) Accumulo/accaparramento: la persona non riesce proprio a disfarsi di oggetti anche vecchi, insignificanti o inutili (come riviste, volantini, confezioni vuote, fazzoletti di carta usati, ecc...) al punto che lo spazio da essi occupato all'interno della casa diventa talmente ampio da compromettere quello necessario alla vita della persona o dei suoi familiari. Questo tipo di compulsione è piuttosto rara e spesso non è accompagnata da ossessioni particolari; tuttavia la persona rimane molto scossa quando le si chiede di buttare via gli oggetti accumulati in maniera eccessiva;
f) Ossessioni pure: la persona pensa a o immagina scene in cui compie comportamenti indesiderati o inaccettabili, senza senso, pericolosi o socialmente sconvenienti (come aggredire qualcuno, avere rapporti pedofilici, bestemmiare, offendere, ecc...) oppure immagina scene orribili in cui lei o i propri cari subiscono incidenti o disgrazie, in assenza di corrispettivi rituali o compulsioni, nemmeno a livello mentale. In questo caso, dunque, la persona è assalita da preoccupazioni che possono tormentarla anche per periodi di tempo prolungati e che alimentano il dubbio circa il fatto di essere una “brutta” persona proprio per il fatto di avere tali pensieri.
F. Boveri
Bibliografia:
- American Psychiatric Association (2000), Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders IV, Text Revision (DSM IV-TR);
- Andrews G. et al. (2003), Trattamento dei disturbi d'Ansia, Guide per il clinico e Manuali per chi soffre del disturbo, Centro Scientifico Editore;
- Melli G. (2011), Vincere le ossessioni, capire e affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Eclipsi