Disturbo da gioco d'azzardo


Pavia capitale del gioco d'azzardo

 

Da qualche tempo la provincia di Pavia è balzata all'onore delle cronache come detentrice del primato italiano per la spesa nel gioco d'azzardo[1], sia come importo giocato pro capite che come percentuale di Pil provinciale speso nei giochi. Il gioco d'azzardo è ormai sempre più diffuso nel nostro Paese, grazie all'avvento delle “macchinette” da bar (i cosiddetti videopoker), al successo sempre maggiore di Lotto e Superenalotto ed alla comparsa dei casinò online e delle sale bingo.

 

La diffusione e l'accessibilità del gioco d'azzardo hanno contribuito a far crescere anche il numero dei giocatori e, fra di essi, una piccola percentuale è costituita da “giocatori eccessivi”, da coloro che, insomma, presentano un comportamento di gioco patologico, definito gambling patologico o GAP (Gioco d'Azzardo Patologico). Tale percentuale si colloca, in Italia, intorno al 2,4% del totale dei giocatori in età compresa tra i 18 ed i 70 anni[2], ma tra gli adolescenti la percentuale può essere anche nettamente più elevata, arrivando a sfiorare il 4%. Secondo una recente ricerca del CNR (dati del 2009), il 43% degli adolescenti italiani gioca d'azzardo. Tra questi, l'11% viene classificato “ad alto rischio” per lo sviluppo di comportamenti di gambling patologico. In provincia di Pavia, nello specifico, tenendo conto dei giocatori totali (fascia 18-70 anni), sono stati “conteggiati” dall'ISTAT 6.067 persone affette da GAP nel 2009.

 

Ma quando il gioco d'azzardo diventa patologia ed il giocatore cade nella dipendenza da gioco? Perché si possa parlare di gambling patologico, il giocatore deve essere eccessivamente assorbito dal gioco d'azzardo, ovvero passare molto tempo della giornata pensando ad esso: ricordando le  esperienze di gioco passate, programmando la successiva avventura, pensando a come procurarsi i soldi per giocare. Man mano che prosegue nelle sue giocate (scommesse, slot machines, giochi da Casinò, gratta e vinci, giochi con le carte, gambling on line, ecc...), il giocatore eccessivo ha bisogno di aumentare sempre più le somme di denaro puntate per poter sentire lo stesso “brivido”, la stessa emozione. In molti casi, il gioco gli serve per alleviare emozioni negative – come tristezza, senso di colpa, ansia – o per sfuggire ai problemi della vita quotidiana. Quando perde, attua un comportamento di “rincorsa delle perdite”, giocando ancora e ancora nella convinzione che la fortuna cambierà e che riuscirà ad appianare il debito che ha contratto (che, nel mentre, può arrivare a somme ingenti). Il gambler eccessivo, per proseguire col gioco, può arrivare a mentire ai propri familiari, a commettere azioni illegali per finanziarsi il gioco d'azzardo (falsificazione, frode, furto, appropriazione indebita), a mettere a repentaglio il proprio lavoro (dal quale può assentarsi spesso proprio per andare a giocare) o le relazioni per lui più significative; può chiedere soldi in prestito a familiari o amici, ma anche cadere vittima dell'usura. Eppure, anche se più volte ha tentato di controllare, ridurre o addirittura smettere il gioco d'azzardo, non vi è riuscito e, anzi, è diventato più irrequieto ed irritabile.

 

Dapprima il giocatore eccessivo attraversa generalmente un periodo positivo: di solito, all'inizio, fa una vincita più o meno importante e comincia a credere nei suoi metodi di gioco. Si scorda del fatto che il gioco d'azzardo – per definizione – è basato sul caso e comincia a sviluppare l'idea di avere i mezzi e le capacità necessarie per prevalere sulla casualità. Confonde, insomma, il gioco d'azzardo con i giochi di abilità, commettendo un grave errore. Infatti, i giochi basati sul caso sono, per definizione, imprevedibili ed incontrollabili e, per giocarvi, non è necessaria nessuna abilità; per questo, l'attesa di guadagno per il giocatore è per forza negativa. Per attesa di guadagno si intende la somma di denaro redistribuita ai giocatori proveniente dalla somma totale delle loro poste o, detto in altre parole, è ciò che un giocatore può sperare di vincere su un lungo termine in questi giochi. Per ottenere dei profitti, però, i gestori devono restituire ai giocatori meno denaro di quello incassato, creando un'attesa di guadagno negativa. Perciò, l'unica cosa che ci si può aspettare, giocando per lunghi periodi, è di perdere. Ecco, allora, che, quando le vincite cessano e, inevitabilmente, iniziano a prevalere le perdite, il giocatore eccessivo si convince che si tratti solo di un momento sfortunato, proseguendo nelle giocate, rincorrendo le perdite e cominciando ad utilizzare per il gioco anche il denaro che serve per le necessità quotidiane, per pagare le spese, il cibo, le bollette, ecc... Ma lui è  sicuro che quell'investimento verrà ripagato dalla sua vincita, sa di essere sul punto di vincere. Ma non vince o, perlomeno, le vincite non riescono mai a coprire completamente le perdite. Il giocatore eccessivo, però, non riesce a fermarsi: comincia ad avere dei debiti, che crescono nel tempo. E' a questo punto che, per finanziare il gioco d'azzardo, può cominciare a chiedere soldi o a compiere azioni illegali, anche se fino a quel momento non aveva mai fatto nulla del genere. Al problema del gioco, ormai difficile da nascondere, si possono aggiungere problemi legali. Le difficoltà si accumulano, fino a che il giocatore eccessivo raggiunge il limite e, preso dalla disperazione, può cominciare a pensare al gioco d'azzardo come ad un qualcosa che, per lui, è diventato un problema. Molte volte, prima di arrivare a questo punto, possono essere i familiari – se la relazione con loro non si recide completamente – ad informarsi per ricevere un aiuto.

 

La psicoterapia, eventualmente affiancata ad una consulenza legale e ad un adeguato piano di rientro dei debiti, può costituire un valido aiuto contro il Gioco d'Azzardo Patologico. Un'appropriata valutazione della situazione ed un corretto inquadramento del problema sono fondamentali per poter affrontare un tipo di dipendenza che, se risulta riconoscibile per le sue manifestazioni esterne legate ai comportamenti di gioco, può affondare le radici in antecedenti di vita ed in eventi precipitanti che possono essere diversi da persona a persona. Per questo è importante chiedere aiuto a professionisti opportunamente formati, che posseggano le conoscenze adeguate per trattare questo importante problema, che si sta ampliando e diffondendo sempre più, parallelamente alla diffusione del gioco d'azzardo non patologico.

 

F. Boveri

 

Per saperne di più:                          

 

Il Giorno Pavia: a 15 anni già drogati di videopoker...

 

La Provincia Pavese: Convegno sul Gioco d'Azzardo Patologico, Godiasco, 27 aprile 2013

  



[1]    Si parla di un ammontare di 1.156.630.123 euro giocati nel 2011, con un importo pro capite di 2.125 euro, pari al 7,89% del Pil. Non sono comprese le spese per le forme online delle scommesse, del poker e di altri giochi analoghi. Fonte: elaborazione Consulta Nazionale Anti usura su dati Mef, Aams e Agicos. (www.blogdem.it)

[2]    Dati ISTAT 2009

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